
La preparazione del terreno delle aiuole fiorite
Un buon terreno è quello dove le radici possono crescere velocemente trovando le migliori condizioni fisiche, date dalla giusta porosità e arieggiamento, chimiche, date dal corretto pH e fertilità e biologiche, grazie alla presenza di microorganismi utili. Queste condizioni sono basilari per sviluppare una radice forte e ben ramificata con cui le piante si ancorano saldamente al terreno e provvedono alla nutrizione della chioma e dei fiori.
Per ottenere ciò, in una aiuola, è di fondamentale importanza che il terreno sia ben lavorato, quindi livellato e/o leggermente baulato, fertile e possibilmente sub-acido (pH 6-7).

Come procedere?
- Quando il terreno è in “tempera” cioè nè troppo bagnato nè asciutto, eseguire una vangatura o fresatura ad una profondità di almeno 15-20 cm. sminuzzando bene le zolle.
- Interrare del concime, preferibilmente organico, come letame maturo o stallatico essiccato pellettato, che garantisce contemporaneamente sostanze nutritive e maggior vitalità al terreno.
Risulta molto efficace e pratico ottenere una buona struttura, soffice e porosa, mediante distribuzione ed integrazione nel terreno di un buon substrato torboso prima o dopo la lavorazione del terreno.
- Prevedere di distribuire sopra le aiuole uno strato di terriccio di almeno 10-12 cm. per la prima volta quando c’è da rigenerare un terreno povero, o di 5-6 cm. sui terreni già coltivati e negli anni successivi al primo insediamento.
- Quando il terreno è ben sminuzzato e arricchito di sostanza organica o terriccio torboso, livellarlo col rastrello prima di procedere alla piantagione.
Se il terreno è argilloso quindi pesante e molto fangoso quando piove, è consigliabile alleggerirlo incorporando un terriccio torboso più grossolano o un substrato contenente fibra di legno. Entrambi apportano sostanza organica e porosità ed evitano pericolosi ristagni idrici. La quantità da distribuire è tanto maggiore quanto più si intende migliorarlo, comunque non meno di 8-10 cm.
Se invece il terreno è leggero e drenante, come quelli sabbiosi, conviene apportare maggiori quantità di sostanza organica (stallatico pellettato, torba scura/nera) per trattenere meglio l’acqua e apportare nutrienti e vita negli strati superficiali in prossimità delle radici.
La fertilità di un terreno è data dalla quantità (e qualità) di elementi nutritivi presenti nel terreno e necessari per far crescere rigogliose le piante, soprattutto quelle annuali da fiore. Vi è una fertilità naturale che può essere migliorata o semplicemente ripristinata, attraverso l’apporto di fertilizzanti naturali o di sintesi atti a soddisfare al meglio e su misura le esigenze nutritive delle piante. Ciò soprattutto se nell’aiuola si è coltivato l’anno precedente, con asporto di elementi nutritivi ed impoverimento del terreno a fine stagione.
Si consiglia pertanto di interrare del fertilizzante al momento della lavorazione, che può essere organico (stallatico pellettato) o minerale. Sono disponibili anche concimi a lenta cessione che rilasciano gli elementi nutritivi (azoto fosforo e potassio) lentamente per tutto il corso della stagione (5-6 mesi). Sono i più efficaci e comodi perché con un unico intervento garantiscono l’apporto nutritivo nel modo più corretto; il rilascio di elementi infatti è proporzionale alla temperatura e segue l’andamento della crescita delle piante nel periodo primaverile estivo, che è proporzionale anch’esso alla temperatura.
Il terriccio da usare può anche contenere del compost vegetale maturo, ma in quantità non superiori al 50%. La presenza di compost permette di limitare i costi ma ha minori benefici in termini di arricchimento delle proprietà chimiche e fisiche del terreno da migliorare.